I FANTASTICI 4 DEL VINO. Martedì 15 dicembre: CHAMPAGNE GUY BOUVET.

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In questo terzo martedì dedicato ai vini di Natale, facciamo un salto a ritroso nel tempo di circa 150 anni. Dobbiamo infatti giungere a cavallo tra 1639 e 1715, rispettivamente anno della nascita e della morte di uno dei monaci certamente più conosciuti della storia. Che sia stato effettivamente Dom Pérignon a inventare lo Champagne, poco ci cambia: i grandi piatti e le grandi bevande nascono sempre da una leggenda, e più le storie sono avvolte dal mistero, più ci affascinano. Ecco che oggi abbiamo bisogno che il simpatico monaco dell’Abbaye Saint-Pierre D’Hautvillers ci accompagni nel cuore di questa regione, tra grandi maison, cioccolato alla cannella e salse al burro. Oggi ci spostiamo a Mareuil-sur-Ay a trovare il terzo dei FANTASTICI 4: CHAMPAGNE GUY BOUVET.

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Per farlo, nordfoodovestest si avvale proprio della compagnia di Pierre Pérignon, monaco benedettino tanto concentrato nell’ora et labora quanto impegnato nella cura della vigna dell’abbazia. A lui si deve certamente lo stimolo nella nascita di questo vino “saute bouchon”, così come nello sviluppo delle cuvée o nell’utilizzo dei tappi di sughero (prima di lui si faceva uso di stoppa e cera liquida). Oggi però niente Philipponat, Gosset, Bollinger, ma una piccola e poetica azienda vinicola di famiglia, Bouvet, creata negli anni ‘70 dal fondatore, monsieur Guy Bouvet.

Basta davvero un attimo per capire quanto questa azienda immersa nel Parco naturale della Montagne de Reims, a due passi da Épernay, sia avvolta non solo dal gesso del suolo, ma soprattutto dal calore della poesia. Parliamo allora con Antoine, l’anima giovane dell’azienda, l’erede della maison, il petit fils di monsieur Guy. Ma in quel petit fils c’è una dolcezza che il nostro “nipote” non è in grado di evidenziare. Quel “petit” ha in sé le piccole mani di un giovane che ha deciso di seguire le orme del nonno, e continuare a produrre vini in un luogo già zampillante di straordinarie etichette. Ma se non ci credi non combini nulla. E invece Antoine combina, e combina anche molto bene.

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“A volte è un po’ difficile” mi dice “perché tra me e mio nonno ci sono 60 anni di differenza… Ma riusciamo ugualmente a intenderci”. Nonno e nipote insieme. Mi manda una foto, Antoine. Anzi, me ne invia moltissime, ma una mi ha emozionato in particolare: la didascalia recita Moi, mon père, mon grand père. 3generations. Ecco che in Antoine e nello Champagne Bouvet trovo conferma di quale sia il cuore pulsante di questo blog e più in generale del progetto che sorregge nordfoodovestest: parlare di loro, di quel nonno che non conosco ma che già mi sta simpatico, perché 40 anni fa ha messo le mani per terra, seminando fatica e raccogliendo miracoli; perché quei miracoli ora sono nelle giovanissime mani di Antoine, e insieme, nonno e nipote, producono circa 10.000 bottiglie l’anno, grazie ai loro vigneti distribuiti su tre villaggi Premier Cru: Avenay Val D’Or, Mareuil-sur -Ay, Bisseuil.

Rifletto sul senso della famiglia, e immagino questa grande e straordinaria regione come una famiglia in cui i grandi padri e colossi della produzione stanno insegnando ai piccoli figli. E immagino il giovane Antoine, protagonista di queste terre dal 2010, a lavorare, faticare, litigare e sorridere insieme alle mani consumate e sapienti di suo nonno.

“È un grande piacere e una grande fortuna poter lavorare in famiglia”. Lo ammiro e un po’ lo invidio, perché pur così giovane Antoine è riuscito ad essere consapevole della grande fortuna nelle sue mani: la saggezza degli avi e soprattutto la possibilità di poterla ancora tesaurizzare e condividere, questa saggezza.

Organizzo quindi una cena in onore di monsieur Guy, del suo petit fils Antoine e dei loro Champagne.

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Assaggio il primo BRUT da solo, e poi lo avvolgo in un cocktail un po’ particolare che – restando in tema di antenati – mio nonno Aldo avrebbe apprezzato particolarmente: con Cognac, Sauternes, Campari, qualche kumquat e una spolverizzata impercettibile di zafferano. Poi continuo con delle Saint Jacques saltate al brandy con panna e cavolo rapa, e per avvicinarmi ai freddi climi della regione propongo uno stufato di cinghiale al pepe nero e cumino.

bouvet15Per poi concludere con una delicata torta Charlotte al doppio cioccolato. Un trionfo di gusti in cui lo Champagne Bouvet è protagonista: sapido, dalla buona acidità, sprigiona l’aroma inconfondibile di crosta di pane. E in questa cena che è una sinfonia, io termino con l’ultimo goccio: una lacrima di Champagne che mi restituisce una storia di profumi e territori. E lo bevo da solo, come all’inizio della cena. Nel silenzio contemplativo di un vino che diventa quasi da meditazione.

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Ma c’è anche un MILLESIMATO 2010 da gustare: sprigiona un bouquet di fiori così raffinato, e allora lo tratto con grande rispetto, in uno zabaione con frutta candita e qualche granella di pistacchio. Pierre mi osserva: in questo momento stiamo mangiando zabaione insieme, io e lui nel suo hortus conclusus, al freddo di un inverno francese, a parlare di quanto sia duro lavorare quella terra. Poi da lontano arriva monsieur Guy con suo nipote Antoine. E ci troviamo noi quattro a parlare, sospesi tra 1700 e 2015, tra altari e abbazie, conserve del convento e trattori, strade asfaltate e sentieri. Chiacchieriamo come vecchi amici, Pierre pensa ai suoi tappi di sughero, Antoine al millesimato di cui va così fiero. Monsieur Guy invece sta in silenzio: osserva la vigna, anche lui è fiero, fiero e cosciente di quanto quella fierezza celi tanta fatica e tanti sacrifici. Preparo per tutti e quattro dei succosi medaglioni di pollo al papavero. Beviamo insieme lo Champagne Bouvet, e mi dico che tutti, almeno una volta, dovremmo assaggiarlo. Magari proprio per Natale, su grandi tavole imbandite a festa o piccoli tavoli impreziositi dal calore di questa bollicine.

Il vino è la terra del sogno, dove tutto può succedere: anche pranzare con un monaco del 1700. Perché in questi limbi di terra, a metà tra reale e immaginazione, una giovanissima promessa del vino lavora con entusiasmo i campi di suo nonno, fa fatica insieme a lui, concedendosi di tanto in tanto un sandwich jambon beurre all’ombra di tralci mai stanchi. E qui, nel luogo del sogno, io mi gusto questi miracoli della terra. Sorridendo al giovane Antoine, ammirando il sapiente monsieur Guy. E abbozzando un sorriso complice al mio “amico” Pierre Pérignon. Che laggiù e lassù insieme, in quell’abbazia immersa nel gesso o fra le nuvole, lavora la terra e tagliuzza i tralci. Pregando e sorseggiando Champagne…

Da provare, per Natale, a Natale, dopo Natale!

Mes compliments, Champagne Bouvet!

 

  • CONTATTI

Champagne Bouvet Guy. 15 Rue Ay, Mareuil Sur Ay, 51160 France – +33 326526244 Fax: +33 326526091

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