I FANTASTICI 4 DEL VINO. Martedì 22 dicembre: BODEGAS IRACHE.

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L’ultimo dei FANTASTICI 4 del vino ci conduce alla fine di un viaggio fatto di piccoli e grandi produttori, tra paesaggi di gesso e colline verdeggianti, a bere Champagne, Beaujolais e Grignolini, in mezzo a biscotti al sale, sorrisi giovani, cassette d’uva e treni di montagna. Un viaggio per tappe che sembra quasi un pellegrinaggio del vino, sacro perché parlare di vini è sacro, come le mani che lo lavorano, gli occhi che lo gustano, il palato che lo ammira… Non a caso terminiamo questo breve ma divertente e appassionante excursus vinicolo con un produttore che con i pellegrinaggi sa dirci e insegnarci qualcosa. Oggi si va in Spagna dalla BODEGAS IRACHE.

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Ci troviamo non in un Spagna qualsiasi (ammesso che esistano luoghi della Spagna che possano definirsi “qualsiasi”. Il mio cuore mediterraneo inizia a pulsare sulla Jonquera, si emoziona al Prado, si riscalda a Malaga…): siamo tra Pamplona (ricordate il capolavoro Fiesta di Hemingway?) e Logroño, nella località di Ayegui, in Navarra. A due passi dall’antica città romana di Estella, le cantine Irache risalgono al 1891, ma in realtà la storia è molto più antica: i vigneti erano già operativi nel XII secolo, per la corte reale di Navarra. Vini dalle radici profonde su terreni che trasudano santità. Per arrivare al 1951, quando il diciottenne Jesús Santesteban prende coraggiosamente in mano l’azienda famigliare, portandola fino a noi, con estremo rispetto e sicura dedizione, toccando così tutti i continenti e ben 58 paesi.

La cantina viene inaugurata nel 1991: 6720 m2 di superficie per quella che sembra una cattedrale del vino. Camminiamo in silenzio in mezzo a navate e navate che contengono fino a 10.000 barrique bordolesi di quercia americana e francese. Il profumo è prepotente, eppure io sento incenso: quel profumo quasi acre e pungente delle messe di Pasqua. Forse ci troviamo veramente nella cattedrale del vino, e io mi sento pellegrina in viaggio, ma anche una timida Cappuccetto Rosso che affonda la propria incontenibile curiosità in queste foreste di barrique. Calpestiamo terreni sacri e fiabeschi insieme… Non a caso nel Codex Calixtinus (o Liber Sancti Jacobi, un codice redatto nel 1100 collegato alla figura di San Giacomo Maggiore e al pellegrinaggio di Compostela) si parla di questa terra come “Tierra de buen pan y optimo vino”.

Perché li abbiamo scelti?

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Perché questo senso sacro? Perché visitare Bodegas Irache è prima di tutto un piccolo cammino mistico? Non è “solo” la Terra Estella, che da sempre produce vini di grande qualità adatti all’invecchiamento; non è solo perché i 150 ettari di vitigni si affacciano sull’antico monastero di Irache, tra Tempranillo, Cabernet Sauvignon, Merlot, Garnacha, Chardonnay e Malvasia. Una sinfonia rossa e bianca che sa di Natale… No, qui c’è dell’altro e lo si percepisce ovunque: in queste pietre che sanno di storia, consumate da passi stanchi e speranzosi, passi di pellegrini che su queste terre sono transitati e transitano tuttora, implorando, pregando, fatigando.

Bodegas Irache si trova sul Cammino di Santiago e proprio qui, in questo luogo di sosta necessario per i viandanti, sorge un piccolo grande miracolo delle attenzioni umane. Niente di più simbolico per concludere questo itinerario nei vini di Natale che proporvi un’azienda che dal 1891 offre ai pellegrini in viaggio verso Santiago una vera e propria fonte del vino (Fuente del vino) dove abbeverarsi di acqua, ma anche di vino dell’azienda. E io trovo che sia semplicemente meraviglioso.

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Racconto di questa Fuente del vino ai miei genitori, che per il loro anniversario di matrimonio scelgono proprio di ripercorrere il cammino di Santiago. Ripercorrere perché per loro è la terza volta… La loro prima è stata nel 1987, anno della mia nascita. Non a caso si erano messi in cammino proprio perché la sottoscritta si faceva troppo aspettare! Mi sento particolarmente coinvolta in questa azienda che non conosco, ma che intimamente conosco perché sorge su luoghi che mi riportano indietro di ben 28 anni.

Consiglio ai miei genitori di fermarsi alla Bodegas Irache. “Ditemi l’ora esatta in cui sarete alla Fuente” ricordo a mia mamma. Partono, arrivano alla fonte, mi chiamano. “Siamo qui!”: sono le 13.25 del 17 ottobre. La web cam del mio pc funziona, sono on line, io li vedo e loro non lo sanno. “Mamma vi vedo, fai attenzione che Papi non faccia pipì anche lì davanti!”. Già fatto: Papi (il loro compagno di avventure da un anno a questa parte) ha già segnato il territorio. Nessuno ha visto, tranne la webcam e San Giacomo, che dall’alto del Monastero e dal basso del cammino ci osserva e protegge. Papà si volta verso di me e mi sorride.

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Proprio così: la fonte del vino di Irache è dotata di una web cam in grado di registrare in tempo reale il passaggio di tutti i pellegrini. Anche adesso che stai leggendo, qualcuno sicuramente sta trovando sollievo alla Fuente. Vai a vedere http://www.irache.com/es/enoturismo/fuente-del-vino.html 🙂 Vederli laggiù, i miei genitori e il piccolo Papi, lontani 1200 chilometri eppure incredibilmente vicini. Sento il profumo del vino che si diffonde nell’aria, il liscio della pietra resa scivolosa dal passaggio di migliaia di sandali, sento San Tiago o San Giacomo che tiene in mano la conchiglia, me la mostra, e io la uso come calice per bere. Bevo al Sacro Graal dei pellegrini, pur trovandomi a Torino, seduta davanti al computer. Questo non è solo vino…

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Bodegas Irache è anche un affascinante museo del vino che ospita circa 200 pezzi antichi legati al mondo della viticoltura, mentre nella cantina (visitabile fino alle ore 18 per il periodo invernale, 19 per quello estivo) si trova anche una collezione privata di millesimati dal 1933. Una storia di date e mondi che si intrecciano: tutto questo è Bodegas Irache.

E noi, alla fine di un lungo Avvento, ci avviciniamo alla nostra fonte personale, sorseggiando gocce di eterno e tornando bambini, a metà tra Cappuccetto Rosso e adulti pellegrini. Respirando un vino sacro, con San Giacomo al nostro fianco. In una Finisterre che sa di neve, uva ed eterno…

Da provare, per Natale, a Natale, dopo Natale!

Feliz Navidad, Bodegas Irache!

 

  • CONTATTI

Bodegas Irache. Monasterio de Irache 1 31240 . Ayegui – Navarra / 34 948 551 932, +34 948 55 16 08 / irache@irache.comhttp://www.irache.com/es

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  • CONSIGLIO PER NATALE

prado iracheNel negozio on line http://www.irache.com/es/tienda.html si trova veramente di tutto: dai vini da pasto più semplici (anche se non mi piace definire “semplice” il ROSADO LAGRIMA 2014, fruttato e dalla buona acidità, si sposa benissimo con il pollo a la navarra, da preparare con carote, cipolle, prezzemolo e dragoncello, fino al PRADO IRACHE VINO DE PAGO: 7% Tempranillo, 20% Cabernet Sauvignon, 10% Merlot, invecchiato dodici mesi in barrique, ideale con il Cochifrito, uno stufato di agnello, aglio, cipolle, peperoncino e limone. Ottimo secondo molto semplice da preparare, da servire con un contorno di asparagi bianchi, anche questi disponibili nello shop on line (ESPARRAGOS DE NAVARRA IRACHE 5 FRUTOS). Per concludere il pasto, possiamo affidarci al PACHARÁN, un digestivo tipico della regione, risultato della macerazione di prugne selvatiche, dal colore rosso intenso e dall’aroma fruttato. Si sposa con il Bizcocho de frutos secos y cacao, una sorta di pan dolce che è la festa della frutta secca: pinoli, mandorle, noci, nocciole, un po’ di farina e tanto bel cacao. Una valida, anzi validissima alternativa – estremamente comfort –  al classico panettone!

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