Spaghetti multicereali con pesto di erba cipollina, briciole di prosciutto crudo e amaretti

Now, I’ve heard there was a secret chord
That David played, and it pleased the Lord
But you don’t really care for music, do you?

Hallelujah, L. Cohen

La perfezione esiste. Come quando ascolto Hallelujah e il mondo si ferma. La prima volta pensavo fosse la canzone di Shrek. Lui dalla sua palude pensa a lei, lei dal suo castello pensa a lui. Due mondi che non si incontreranno mai eppure poi l’orco riuscirà a sposare le principessa. Poi ho scoperto che Halleluja era stata sì rifatta da Rufus Wainwright, ma che prima di lui c’era stato Jeff Buckley e prima ancora però qualcuno l’aveva scritta: quel genio di Leonard Cohen. Non so se esistono canzoni perfette, ma quella per me lo è: taglia come un coltello, culla come il vento e mi regala la stessa gioia di quando sulla spiaggia riesco a trovare una conchiglia di San Giacomo intatta. Perfetta.

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La perfezione non esiste. Come quando ascolti All good things (come to an end) che ti ricorda che sì, maledettamente e per qualche forza malvagia o semplicemente arcana, le cose belle durano troppo poco. E a volte prenderne coscienza non è un male: solo i fiori dell’anima sono immortali, mentre l’eternità non appartiene a questo mondo. Dobbiamo solo ricordarci che prendere frammenti di quotidiano e provare a renderli eterni per un attimo deve essere il nostro compito quotidiano. Imperfetto ma vero, entusiasmante, sorprendente.

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La perfezione però in fondo esiste. Quando alla radio ho ascoltato per la prima volta High mi sono detta “Bene, non ascolterò mai più canzone più bella di questa”. E in effetti i Lighthouse Family avevano creato un grande capolavoro: voce profonda come un gospel graffiato dalla vita, parole di speranza, di una fede dalle mille fedi. Ascolto High e penso al sole e mi dico “Sì la perfezione esiste nel significato che noi diamo alle cose”. Quel suono perfetto mi porta in Alto, High, senza paure né ostacoli, e penso che la perfezione sia questa: astrarre la nostra vita dalla semplice vita e trasformarla in qualcosa che non conosce limiti umani. Perché noi lo siamo ma quello che viviamo è molto di più. Perfetto.

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SPAGHETTI MULTICEREALI CON PESTO DI RICOTTA ED ERBA CIPOLLINA, BRICIOLE DI PROSCIUTTO CRUDO E AMARETTI

Perfetto. Come questa pasta, degli spaghetti gluten free con mais, riso, grano saraceno e quinoa. Perfetto. Come quando l’ho preparata, fotografata e poi mangiata e mi sono regalata un vero momento di felicità. Per me questo è un piatto perfetto. Equilibrato, saporito, sano, vibrante ed energetico. Bello come solo le cose soggettivamente perfette lo sono. Eccola qui, la mia piccola perfezione personale. E chissà che, almeno per un attimo, non lo diventi anche per voi!

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Ingredienti per 4 persone

1 confezione di Spaghetti multicereali Felicia (400 gr); 200 g di ricotta fresca; 1 mazzetto di erba cipollina fresca; una dozzina di mandorle; 2 fette di prosciutto crudo; una dozzina di amaretti piccoli; olio evo Infiore; 1 cucchiaio di brodo granulare di verdura; sale e pepe.

Preparazione

  • Preparate il pesto: tritate in un mixer erba cipollina e mandorle insieme a un cucchiaio di olio, un pizzico di sale e pepe. Unite la ricotta e un mestolo di brodo di verdura tiepido
  • Buttate la pasta in abbondante acqua bollente salata insaporita con un cucchiaino di brodo. Nel frattempo, stendete le due fette di prosciutto insaporite con un po’ di pepe tra due fogli di carta da forno e scaldate a 180^ per 10 minuti.
  • Scolate la pasta al dente (6 minuti circa), unitela al condimento e mantecate con un po’ di. Acqua di cottura.
  • Servite con il prosciutto e gli amaretti sbriciolati.

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FELICIA

OLIO INFIORE / Posata MEPRA

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