Quattro panettoni da scegliere per Natale
Accendi una candela.
Metti una musica di Natale ed esercita l’arte della coscienza dell’istante.
Il Natale è questo: fare pratica di poesia. Ricordarsi di quanto basti poco per strappare al tempo un momento di bellezza.
Esercizio di luci e un quotidiano da trattenere.
Prendersi il tempo per perderlo, scrivere, assaggiare, cucinare, leggere.
Il Natale è l’occasione del dono verso se stessi e gli altri. E poi esercizio di gratitudine: ogni giorno è l’occasione giusta per dire grazie…
LOISON Pasticceri dal 1938
Tic toc tic toc. Le palle di Natale sono rintocchi di un tempo antico e presente insieme. Scene di neve, orsi e bambini che cucinano ci riportano al valore delle piccole cose. Come una fetta di panettone o un biscottino intinto nel caffè. È l’antico che fa rima con eleganza. È la grazia che va di pari passo con la leggerezza. Poi ci sono i canditi, il caramello, il cioccolato e le scatole di latta.
Poi c’è l’istante che si fa lungo e passa di padre in figlio, nonno e nipote. Hai la sensazione di quanta materia di sogno e ricchezza ci sia da tramandare.
Perché il Natale di Loison dura tutto l’anno, ed è questo il dono più bello di questa storica, dolce e immensa azienda…
DI STEFANO DOLCIARIA
Si corre su un carretto siciliano. Poi si rubano uvette dal panettone. Ladri di uvette e pezzetti di panettone, e poi quel goccio di Zibibbo di Pantelleria che come una schiaffo amorevole ci offre tutto il caldo del sole siciliano. Qui si è artisti del Natale: l’artigianalità diventa occasione per impreziosire scatole di latta di preziosi dettagli d’autore.
La classicità incontra colori chiassosi e sfolgoranti, la creatività appaga la vista e la grande qualità appaga il palato. E si viaggia, su un carretto siciliano che però ha le ali e ci fa volare in alto, come Icaro ma noi non ci sciogliamo al sole. Al contrario ce lo godiamo tutto, a suon di mandarino tardivo di Ciaculli, cioccolato e mandorle.
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PASTICCERIA SCARPATO
72 ore ma in verità è molto, molto di più. I lievitati richiedono un tempo maggiore rispetto alla loro lievitazione: il loro tempo è un tempio fatto di premure, attenzioni, pazienza, volontà.
È il tempo della speranza ma anche della certezza, della tangibilità di un profumo, della consistenza dello zucchero a velo.
L’Offella non è un pandoro, non è un panettone: è il simbolo di ciò che il nostro territorio può essere, l’incarnazione umile e immensa insieme delle nostre capacità.
L’Offella è leggera come una nuvola, soffice, ogni singolo ingrediente è riconoscibile nella sua eccellenza. Il tempo è un tempio prezioso, e così ce lo ricordiamo.
LA TORINESE
La storia dei panettoni è la nostra storia.
Chissà perché questi dolci sono in grado di decifrare le nostre tradizioni, raccontandocele, permettendoci di condividerle, tra un morso e l’altro.
“Primo, facci un buon panettone!”: qui, in questa scatola, c’è un’azienda ma prima ancora c’è lui, il fondatore, e il suo arrivo a Torino nel 1932.
La storia tra le mani, in una scatola che ha voce e ri racconta di un secolo di carrozze, di guerre e di riprese, di necessità e di virtù, di grandi idee e di profonda sapienza.
Questa cappelliera ci sussurra che noi possiamo tutto: sentirci ultimi ma anche arrivare primi, sfornare dolci straordinari, e poi possiamo anche sfornare eredi in grado di portare avanti tutto ciò…
E allora fatevi avvolgere, dall’impalpabile consistenza di ricette, antenati, tradizioni, poesie. Scegliete un panettone artigianale dando valore al vostro gesto: perché voi, in quella scelta, state portando avanti un pezzo di storia…