Prima dell’inizio non c’era niente… solo il mondo delle nebbie, informe e senza contorni, e il mondo del fuoco, sempre in fiamme.
[Neil Gaiman]
Tra le più originali cosmogonie della creazione, troviamo quelle trasmesse dalle leggende del profondo Nord attraverso le avventure degli dèi vichinghi e narrate nella mitologia norrena. Da esse deriva anche il “fato degli dei” ossia Ragnarǫk (in islandese moderno anche Ragnarök e Ragnarøkkr) che segna la fine dei tempi, la lotta finale tra le potenze della luce e quelle delle tenebre che spingeranno l’universo nel caos, che verrà distrutto e quindi rigenerato.
Se entriamo nel mondo nordico entriamo di fatto nel clima leggendario della mitologia vichinga, una mitologia sinistra, fatta di vuoto cosmico, di fuoco e ghiaccio, di giganti, da cui giunse Odino, che creò il mondo, l’uomo e la donna.
Ma se entriamo nel mondo nordico non tremiamo soltanto di paura ma anche di un piacere infinito nel gustarne i sapori caratteristici che provengono da una tradizione lontana. Un panino vichingo per tremare e sognare…
Zenzero nelle zucchine, zenzero nella birra. Il selvatico del mare, l’immenso concentrato in due fette due pane. Senti la potenza dell’oceano, il brivido delle Lofoten in quel sapido non sapido del baccalà.
Perché tu l’hai dissalato con cura e pazienza, ma lui resta mare, resta potenza.
E poi il rosso fuoco: che ricorda il sole che tramonta su Bergen ma in realtà sono i Pimientos del Piquillo, ovvero la Spagna nella sua essenza più profonda.
Solo peperoni rosso fuoco, rosso sole, rosso siesta, rosso come Bergen ma più caldo.
E poi il nero degli abissi, e del pane dell’orzo, e della birra che però così nera non è: lei cambia colore a seconda delle prospettive da cui la osservi e la sorseggi, un po’ nera dorata un po’ ambrata un po’ assolata. Sì, la birra qui è assolata perché piena di sole, come i peperoni, come il baccalà, e come l’extravergine che tutto profuma con il suo color oro che è verde ma poi diventa un po’ giallo e resta un po’ trasparente.
È la festa dei colori, è la festa della potenza che sale dal mare, che sale dalla terra, che si fa materia, che diventa panino, ma forse è un veliero, forse è una nave vichinga?
Non lo so, so che con questi panini nordici veleggio, poi mi godo un calice di birra come se fossi vichinga sulle Drakkar. E un po’ sono al Nord, un po’ in Italia, un po’ in Spagna, ma soprattutto mi ritrovo nei luoghi dove il mio immaginario sente il bisogno di sedersi e contemplare…
Sono il marinaio dei miei sogni, senza freni, pieno di sole.
Conoscete i Pimientos del Piquillo DOP? Sono una varietà di peperoni prodotti a Lodosa, nella provincia spagnola della Navarra. Si può trovare fresco, in conserva o per la produzione della famosa paprica o peperoncino dolce spagnoli. In questa ricetta lI adoperiamo in conserva, usati di solito per preparare le meravigliose tapas di peperone farcito di riso o ensaladilla russa.
PANINI NORDICI ALLA BIRRA CON BACCALÀ E PIMIENTOS DEL PIQUILLO
Ingredienti per circa 10 panini
Per il pane (una teglia da plumcake)
- 250 g di farina con cereali
- 60 g di farina tipo OO
- 1 bustina di lievito istantaneo (16 g)
- 250 ml di birra Zingi
- 1 cucchiaio d’orzo sciolto in mezzo bicchiere d’acqua
- 1 cucchiaino di zucchero di canna grezzo
- 3 cucchiai di olio evo
- 2 cucchiaini di sale
- 1 cucchiaio di semi di girasole
- acqua tiepida q.b. se necessario
Per i panini
- 400 g di filetto di baccalà
- 200 g di fagioli cannellini pronti all’uso
- 1 limone
- 2 zucchine
- 1/2 cucchiaino di zenzero in polvere
- 1 confezione di Pimientos del Piquillo (300 g)*
- olio evo, sale e pepe q.b.
- aglio orsino (fresco o in polvere, in alternativa: aneto)
- salvia fresca
Preparazione
- Quattro giorni della preparazione, mettete a dissalare il baccalà: sciacquatelo, mettetelo in un recipiente ben coperto d’acqua, copritelo con pellicola o alluminio e lasciatelo in frigorifero, Cambiate l’acqua ogni 6-8 ore.
- Trascorso il tempo, iniziate dal pane: in un recipiente, mescolate bene tutti gli ingredienti fino a ottenere un composto omogeneo e non troppo denso. Se necessario, oltre ai liquidi dell’olio, della birra e dell’orzo disciolto in acqua, se l’impasto risultasse troppo denso aggiungete dell’acqua.
- Fate riposare il composto una mezz’oretta, poi trasferitelo in una teglia da plumcake precedentemente oliata. Decorate con i semi di girasole, un filo d’olio e cuocete in forno preriscaldato a 180° per 40 minuti circa.
- Nel frattempo, pulite le zucchine, tagliatele a striscioline sottili (o a spirali con l’apposito strumento), conditele con olio, sale, il succo di mezzo limone e lo zenzero in polvere. Mescolate bene e fate riposare.
- Scolate i fagioli, sciacquateli e frullateli insieme al succo di mezzo limone, un cucchiaio di olio, sale, pepe e aglio orsino. Tenete da parte.
- In un tegame scaldate due cucchiai di olio con la salvia e un pizzico di pepe. Aggiungete il baccalà, coprite con un coperchio e cuocete a fiamma alta per una decina di minuti, girando il pesce un paio di volte. Una volta cotto, privatelo della pelle e porzionatelo.
- Una volta tiepido, tagliate il pane a fette spesse circa 1-2 cm. Ricavate circa 20 fette.
- Componete i vostri panini: farcite dieci fette prima con uno strato di fagioli, poi con un peperone, i pezzetti di baccalà, e le zucchine. Ultimate con un goccio d’olio, una macinata di pepe e coprite con le restanti fette di pane. Decorate con fiori e aromi.
*I Pimientos del Piquillo che ho scelto sono dell’azienda artigianale EL NAVARRICO
In abbinamento
La schiuma dura come quella prodotte dalle barche sul mare quando sfrecciano all’alba per andare a pescare. Il piccante dello zenzero incontra l’amaro balsamico del luppolo americano.
Ed è subito tramonto…
Le tue foto, così ricercatamente sprizzanti di colori, sono un toccasana per lo spirito. Te lo dico sinceramente. Senza nulla togliere ai contenuti, le foto ne rappresentano proprio il valore aggiunto.
Boh aspetta che mi salvo il tuo messaggio e me lo leggo nei momenti bui ❤️❤️❤️ Grazie di cuore per le tue preziose attenzioni davvero! Sono felice che il colore arrivi ancora e faccia bene. Io ci credo tanto [forse perché lo sperimento sempre: il colore cura e fa bene!]
E’ vero…