C’ERA UNA VOLTA… “Pappa oscia mambu”: pasta rossa al formaggio

Avete mai pensato di cucinare e raccontare una fiaba nello stesso tempo? Vi prende mai il ricordo di quella pasta al pomodoro che mangiavate all’asilo e che per voi era la pasta migliore al mondo? Si chiama C’ERA UNA VOLTA ed è una nuova sezione di Nordfoodovestest dedicata ai bambini (e agli adulti). Da oggi vogliamo dar da mangiare alla nostra fantasia, andando a riprendere quei piatti che ci portiamo dietro da quando siamo piccoli e a cui davamo nomi tutti nostri. Ogni ricetta sarà una storia, da leggere ai bambini mentre si cucina e si mangia insieme a loro; ogni ingrediente avrà vita, sarà una persona, un albero, un pettirosso, una stella. Sarà, semplicemente, un fiore pieno di vita. Ogni ricetta piacerà ai più piccoli e ricorderà ai grandi il gusto delle cose più semplici. Piacerà alle mamme perché sarà veloce da preparare, piacerà ai bimbi perché li farà sognare. E godersi quel pranzo insieme sarà ancora più bello perché arricchito di quel sapore delicato e puro che è quello della poesia. C’era una volta, adesso.

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C’ERA UNA VOLTA un prato. Era così triste quel prato: il sole non splendeva mai, i fiori non crescevano. La terra era dura, senza acqua e senza vita. Era un prato senza vita. Era così triste, quel prato: d’inverno il gelo lo copriva di neve e il prato non sapeva come ripararsi. D’estate faceva così caldo, il sole non c’era eppure faceva così caldo, e il prato non aveva ne acqua da bere né gelati né un po’ di pioggia per rinfrescarsi. Non era mai felice perché era da solo e non succedeva mai niente di bello. Ma le sorprese esistono, e anche nel mondo dei prati tristi esistono le cose belle. Era primavera. Quella mattina il sole avrebbe tanto voluto spuntare sul prato, ma nuvole spesse coprivano il cielo. Era la stagione dei fiori, degli alberi pieni di gemme, era la stagione della bellezza. Un giorno passava di lì una nuvoletta, che era sempre allegra e felice, ma che diventava anche triste quando vedeva intorno a sé persone tristi. Alla vista della tristezza del prato, la nuvoletta disse: “Voglio trasformare la tua tristezza in pioggia, così cresceranno tanti bei fiori e tu sarai di nuovo felice”. Il prato non voleva crederci, ma la mattina dopo, mentre  faceva colazione, sentì una goccia sul naso, e poi due, e poi tantissime: era pioggia, finalmente una pioggerellina fine e delicata. La nuvoletta stava rendendo il prato felice, perché da quel giorno, piano piano, il prato si riempì di bellissimi fiori rossi: erano papaveri. E i papaveri, rossi e belli, splendenti al sole, incominciarono a chiamare eleganti farfalle dorate, le più belle del mondo. Il prato non era più solo: era diventato un bellissimo prato pieno di fiori rossi e farfalle dorate. E anche il sole finalmente volle farsi conoscere, diventò amico del prato mostrandosi a lui e ai fiori in tutto il suo splendore. Le cose -e le persone- tristi possono diventare d’improvviso felici. E così dal quel giorno mangiamo le farfalle al pomodoro e parmigiano. Per ricordarci di quel prato che da triste è diventato felice e ora gioca allegro con i suoi papaveri e le sue farfalle. E un sole che non smette mai di scaldargli il cuore…

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“PAPPA OSCIA MAMBU”. Farfalle al pomodoro e Grana Padano 

Da piccola la chiamavo così: “pappa oscia mambu”.La pasta al pomodoro e formaggio era (ed è) un must: all’asilo o a casa, lasciava quel profumo nell’aria che nel corso degli anni è rimasto memorabile. Un misto di dolcezza, ricordi di corridoi pieni di bambini e grembiuli, il sapore della passata, le maestre, e poi a casa la mamma con il mestolo. Non esistono versioni diverse: la pasta al sugo deve essere pasta al sugo. Con, ovviamente, una montagna di formaggio. E un pezzetto di burro finale che era il segreto degli spaghetti di mio nonno. I pelati sono quelli CIRIO. Quando si parla di cucinare secondo tradizione e con il cuore, niente di più indicato dei suoi pomodori pelati: quelli che usava mio nonno e suo papà prima di lui e chissà ancora. Con quei pelati si creavano e si creano capolavori. Ho scelto le farfalle trafilate al bronzo GIROLOMONI di Grano Graziella Ra®, un grano antico egiziano riprodotto dall’azienda sulle colline del Montefeltro, in provincia di Pesaro e Urbino. Mi piace pensare che anche una ricetta possa educare i bambini al cibo consapevole, a scegliere ingredienti frutto di un lavoro umano responsabile e rispettoso dell’ambiente. Questa pasta esprime una filosofia che va oltre il biologico, con prodotti 100% italiani per un’azienda che fa della natura la sua grande alleata.

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Eccolo qui, uno dei miei piatti più amati. Da raccontare mangiando con i nostri piccoli…

Ingredienti per 4 persone

320 g di farfalle Girolomoni; 2 piccoli scalogni (una nota che dà dolcezza e sapore, ma non è invadente come la cipolla); 80 g di Grana Padano grattugiato; 40 g di burro; 1 confezione di pelati Cirio; foglie di basilico; 2 cucchiai di olio evo; sale q.b.; 1 cucchiaino di zucchero

Preparazione

  • Mettete a bollire l’acqua per la pasta (io uso brodo di verdura). Nel frattempo, tagliate gli scalogni finemente e fateli andare in padella con olio e sale. Unite i pelati, schiacciateli un po’ e fate andare il tutto a fiamma bassa per 2o minuti circa. Unite il basilico, tenendo qualche foglia da parte. Allungate se serve con un po’ di brodo di cottura. La salsa deve risultare non troppo concentrata.
  • Buttate le farfalle, scolandole al dente. Unitele al sugo, aggiungete il Grana e mantecate con il burro. Servitele calde, belle e “volanti”.

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Prodotti

CIRIO
GIROLOMONI

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