VINITALY 2016. Parte 2: SÜDTIROL e VENETO

Continuiamo il nostro viaggio e passiamo in Alto Adige…

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HOFSTÄTTER

http://www.hofstatter.com/it Cambiamo clima, territorio, gente, vini, percorrendo sempre passi immersi nell’eccellenza. Ci troviamo a Termeno, sulla strada del vino, da un’azienda che parla da sola, una continua conferma che quando ci sorprende lo fa sempre in positivo. Tra le aziende viticole più grandi dell’Alto Adige, con una superficie vitata di circa 50 ettari e vigneti esposti su entrambi i lati della Valle dell’Adige, la tenuta che risale al 1907 incarna il concetto di famigliarità per eccellenza: Martin Foradori Hofstätter che tuttora regge l’azienda è il pro-pronipote del fondatore, Joseph Hofstätter.

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Gewürztraminer, Pinot Bianco, Pinot Nero, Lagrein, Schiava, Riesling, ma soprattutto Gewürztraminer e Pinot Nero. Qui il “Traminer speziato”, coltivato fin dal 1145, cresce su terre sabbiose ricche di argilla e limo, ed è bisognoso di grandi escursioni termiche tra il giorno e la notte. E qui con Hofstätter l’espressione è massima: dal 2014 l’azienda elimina la linea base per produrre solo quella premium, JOSEPH, e il cru KOLBENHOF.

Una delle due novità portate al salone è proprio un Traminer: KONRAD OBERHOFER-VIGNA PIRCHSCHRAIT 2006, un omaggio al nonno di Martin che si sviluppa su un terreno di argilla e ghiaia calcarea. Amo queste terre, e questo Traminer è un’esplosione di freschezza, frutta secca, miele. Mi piace questo vino con il pesce, ma lo amo talmente a priori che anche da solo può trovare un’espressione massima. La seconda novità è dell’altro cavallo di battaglia, il Pinot Nero: parliamo di LUDWIG BARTH VON BARTHENAU-VIGNA ROCCOLO, da un cru di prestigio dove le vigne arrivano anche ad avere una settantina di anni. Rovere, vaniglia, mirtilli e un tannino avvolgente. Due novità che non mi stupiscono, ma mi sorprendono: da Hofstätter ricevere il meglio è una certezza!

Provo ancora il DE VITE 2015, un interessante uvaggio di Pinot Bianco, Müller-Thurgau, Sauvignon, Riesling; JOSEPH, Weißurgunder/Pinot Bianco, ottimo al naso, molto fruttato e minerale e con’acidità spiccata; CERESETO SAUVIGNON: ribes, pietra focaia e acidità rinfrescante. Un’azienda che valorizza vigneto e singolo cru, responsabile e storica, dalle idee chiare e dai prodotti unici.

Penso a un’emozione e mi viene in mente: Ché la Bellezza, odimi bene, Fedro, la Bellezza soltanto è divina e visibile a un tempo, ed è per questo che essa è la via al sensibile, è, piccolo Fedro, la via che mena l’artista allo spirito. [Thomas Mann]

RONER – RITTERHOF

http://www.roner.com/it/home L’Alto Adige mi fa sentire a casa: restiamo a Termeno, in uno stand con un enorme grappolo d’uva che mi porterei a casa. Qui mi accoglie Irene, deliziosa, simpatica, puntuale. La mie lontane origini un po’ sudtirolesi emergono sempre di più: amo questo Padiglione.

Roner nasce nel 1946, quando Gottfried Roner inizia a distillare, inserendo un alambicco nella casa di famiglia. Tre generazioni rimaste sempre fedeli ai loro prodotti, ampliati nel 1999 dall’acquisizione di RITTERHOF, cantina situata a Caldaro, al numero 1 della Strada del Vino. Una storia di famiglie, rispetto e grandissima passione. Inizio proprio con la linea Ritterhof:  LENZ CUVÉE, uvaggio di tre varietà locali dove il Goldmuskateller emerge in maniera spiccata; VERUS, il mio amato Weißburgunder coltivato a circa 600 metri di altitudine, è genuino come il suo nome, sapido, minerale, molto elegante.

Mi sposto insieme a Irene nella zona grappe: assaggio la GRAPPA WEISSBURGUNDER di vinaccia di Pinot Bianco in purezza, invecchiata otto mesi in botti di rovere e altri quattro in botti di ciliegio. Morbida, bilanciata, avvolgente, l’alcolicità passa in secondo piano… Terminiamo con un Z44 DISTILLED DRY GIN, prodotto con estratto di pigne di cirmolo, lavorate per infusione e poi distillate in un piccolo alambicco. Naso e gusto eccezionali: ginepro, corteccia, note balsamiche, violetta; 44 come il volume alcolico e come il numero civico dell’azienda, e – aggiungo io – come i minuti necessari per godersi appieno questa gemma dei boschi.

L’emozione è una: Un lampione elettrico può essere ignorato, per la semplice ragione che è insignificante e transitorio. Le fiabe, invece, si occupano di argomenti più permanenti e fondamentali, come il fulmine. [J.R.R. TOLKIEN]

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CANTINA BOLZANO-KELLEREI BOZEN

http://www.kellereibozen.com/. Ho una predilezione affettiva per questa cantina: fondata nel 2001, ci troviamo in piazza Gries 2, a Bolzano. Qui si trova Appiano sulla Valle del Vino (Eppan an der Weinstraße), comune di 14.000 abitanti dal quale discende presumibilmente il cognome di mia mamma, Appiano appunto. Luoghi di sentimento e di radici, quindi, come questi vini legati alla terra altoatesina e ai 22o soci che vi collaborano. Thomas mi regala cordialità e moltissimo del suo tempo, permettendomi di degustare alcune delle loro punte.

Si inizia con il KERNER 2015: prodotto tra Valle Isarco e Renon, questo vitigno nasce negli anni Trenta da un incrocio di Schiava e Riesling; 10.000 bottiglie annue per un vino aromatico e speziato, secco e sapido. Ideale con l’Ortler, formaggio vaccino a pasta semidura tipico di queste zone. Procedo con il SAUVIGNON MOCK 2015, fruttato, dalla buona acidità e molto persistente. Thomas mi offre dello speck squisito, ma questo Sauvignon andrebbe a braccetto con degli ottimi asparagi.

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Lo CHARDONNAY RISERVA 2012 è estremamente robusto ed elegante insieme, fa 18 mesi in barrique e tonneau, e matura ancora in bottiglia; ananas e vaniglia, acidità importante, cenni piacevoli minerali. Continuo con il SAUVIGNON RISERVA 2012: anche lui, come lo Chardonnay Riserva, rimane 18 mesi in legno tra barrique e tonneau, erbe aromatiche e legno, assolutamente armonico.

Il ST MAGDALENER è prodotto in 2000 bottiglie annue: 85% Schiava, 15% Lagrein, vino altoatesino per eccellenza ideale con la cucina della regione, dai cibi più semplici a quelli più strutturati. Il LAGREIN RISERVA 2013 TABER è un vino di grande carattere: il vitigno coltivato intorno a Bolzano vive grandi escursioni termiche tra notte e giorno; i terreni sono alluvionali e sabbiosi, e il prodotto finale è un vino che affina un anno in barrique francesi e reca con sé frutta matura, note balsamiche e speziatura. Eccellente. Concludo questo mio viaggio con il MOSCATO GIALLO VINALIA: sarà che amo i Passiti e il Goldmuskateller, ma questo al naso sprigiona una sinfonia di frutta matura, dall’albicocca al mango davvero degno di nota. In bocca ha una lunghissima persistenza, va sorseggiato lentamente con una fettina di strudel; 1.200 bottiglie annue: bisogna essere veloci e aggiudicarsene una!

Emozione? Più di una, ma questa predonima: Ben più difficile è il silenzio. Esso presuppone pazienza, costanza, testardaggine; e soprattutto si confronta con il giorno-dopo-giorno della nostra vita, i giorni che ci restano, uno dopo l’altro, lunghi davvero nelle piccole ore. [Antonio Tabucchi]

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VILLA ANGARANO

http://www.villaangarano.com/it/ Cambiamo completamente zona e spostiamoci in provincia di Vicenza, a Bassano del Grappa. L’ultima mia tappa di questo bellissimo viaggio mi porta di nuovo in un’azienda tutta femminile: perché Villa Angarano, conosciuta anche come Ca’ Michiel e commissionata nel 1548 da Giacomo Angarano all’amico Andrea Palladio, è attualmente gestita dalle cinque sorelle Bianchi Michiel.

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“The villa of the Ladies” immersa nella zona più a est della DOC Breganze, dove i terreni di origine alluvionale e la brezza notturna della Valsugana aiutano tanto il vino quanto l’olio.

Mi concentro sul ROSÉ 5 SISTERS, un 100% Merlot molto fresco e sapido, perfetto da aperitivo: rispecchia queste cinque donne, determinate, fresche, positive e piene di energie. L’ANGARANO BIANCO BREGANZE VESPAIOLO DOC è invece un 100% Vespaiola, vitigno autoctono: vino di grande qualità, aromatico e dalla buona acidità. Da visitare assolutamente l’azienda: la Villa è Patrimonio Unesco dal 1996 e la scuderia, restaurata di recente, offre meravigliosi spazi per degustazioni ed eventi…

L’emozione predominante: Il principio della vita elegante è un alto pensiero d’ordine e d’armonia, destinato a trasmettere poesia alle cose. [Honoré de Balzac]

Un mio piccolo viaggio, personale e sentimentale, nel mondo del vino; grandi bottiglie, grandi mani e grandi cuori; sorprese, eccezioni, eccellenze e territorio. Volti pronti a stancarsi, a condividere, a gioire. Una conferma di quanto la nostra sapienza possa spremere ed eprimere il meglio del territorio, ridurlo in nettare degli dei, e rendere noi e la nostra terra eterni. Di quell’eternità che profuma di famiglie e di rischi, di un grandissimo amore e di cocenti passioni. Eterni perché il vino profuma dei nostri avi e ci consegna alla storia, in un percorso sempre nuovo, straordinario e immaginifico, in questo mondo che sa di immortale bellezza.

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