DI STEFANO ci consegna un Natale all’insegna dello stupore

Io continuo a stupirmi. È la sola cosa che mi renda la vita degna di essere vissuta.
[Oscar Wilde]

STUPOR MUNDI

Stupirci di nuovo.

Ricordarci che prima ancora di vedere le cose con occhi nuovi, dobbiamo imparare a riaprire gli occhi per davvero.

Non serve andare lontano per riprendere in mano l’arte dello stupore.

Che bella parola, eh… STUPORE. Non ci pensiamo mai, ma “stupire” prima ancora di “meravigliare” (e quindi anche “essere meravigliati”) significa “stare fermo, immobile” da cui poi “attonito”.

Come a dire che per andare lontani, bisogna imparare a stare fermi.

In fondo, penso sia proprio così: nel momento in cui ti riappropri di stabilità, puoi concederti di perdere il controllo. Forse perché sai cosa significa stare fermo, forse perché sai che fermezza non è solo sinonimo di rigidità, ma anche di rigore e compostezza. Bisogna essere saldi e quindi solidi perché solo così possiamo costruirci il metro per perdere il controllo.

Perdere il controllo… E cosa c’entra con lo stupore?

È tutto qui il segreto: gli antichi stavano in silenzio a contemplare il mondo, il loro stupor mundi consisteva anche nell’incapacità di comprenderlo, quel mondo. Ma cosa importava: in ogni caso loro contemplavano.

Non serve capire per osservare. Nessuno ci obbliga a darci spiegazioni e nessuno ci vieta di osservare. Stupendosi, incantandoci, interrogandoci.

Stupore è una bellissima parola, ma anche stupendo lo è, e in fondo derivano dalla stessa radice di stupire, e anche stupido arriva da lì. Stupido, sì, stupido… “Stupido” ovvero colui che resta attonito, ma senza dare significato a ciò: ecco che allora lo stupore diventa insensato e genere un atteggiamento per l’appunto stupido.

Meravigliarsi di ogni cosa è il primo passo della ragione verso la scoperta.
[Louis Pasteur]

STUPOR MUNDI

Ovvero ricordiamoci che se stiamo fermi facendoci domande, in realtà in quel momento stiamo già anelando a qualcosa di altro: ci stiamo già stupendo di qualcosa, che sia anche solo il nostro desiderio – o magari bisogno – di andare altrove.

Girando, vorticando in pensieri e osservazioni, provando ad aprire gli occhi di nuovo e godendo di ciò che tutto ciò che l’intorno a noi ha da offrirci.

Bisogna alleggerire, togliere i pesi: gli occhi non possono aprirsi se hanno pesi da sostenere, né il mondo può palesarsi per davvero se troppa neve lo soffoca.

Serve togliere per aggiungere significato, serve toglierci per elevarci.

Fare un passo indietro e concedere alla vita di dispiegarsi e manifestarsi.

Possiamo credere che il Natale consista in questo: aiutarci a stare fermi e quindi ad aprire gli occhi e quindi a manifestarci.

La speciale collezione della Pasticceria DI STEFANO per quest’anno è stupenda: nemmeno a farlo apposta, si chiama STUPOR MUNDI la latta, in edizione limitata, che racchiude i panettoni in formato da 1 kg lavorati e confezionati a mano da una delle eccellenze artigianali della pasticceria siciliana.

La firma è dell’artista Domenico Pellegrino che tratteggia i contorni di Federico II di Svevia – ingegnoso, eclettico e capace di provare lo stupor mundi. Un leone antropomorfo e la corona imperiale rievocano così la meraviglia del mondo, in mondo quasi originario, atavico, antico.

Una latta che ridonda messaggi, ma che nello stesso tempo si svela in modo essenziale, forte, impattante: meravigliamoci del mondo, di nuovo.

E così accanto alle splendide (e golosissime) creazioni che Di Stefano ci offre per questo Natale, c’è anche lei, la latta in grado di stupirci, lasciandoci senza parole, e ricordandoci così che quando perdiamo qualcosa – parole in primis – in quel momento stiamo imparando a conquistare qualcosa di ben più grande e Alto…

Dove acquistare

PASTICCERIA DI STEFANO

 

 

 

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