Panem et circensem. [Giovenale]
Nordfoodovestest non si chiamerebbe così se non ci facesse viaggiare un po’. Ecco che oggi passiamo dall’Olanda a Firenze, facendo anche un breve salto a Genova e Milano.
Procediamo con ordine: il protagonista indiscusso di oggi è Van Gogh. Non ha bisogno di nessuna presentazione il mio amato pittore olandese, e chiamarlo pittore è anche riduttivo. Perché Van Gogh è stato prima di tutto poeta dei sogni: sogni infranti, sogni fatti a forma di ponti sui fiumi o barche affaticate dal vento; poeta della solitudine e del tormento, ma anche della meraviglia e del mistero. Un genio maledetto, un artista dell’anima delle cose, un tessitore guidato dal tocco divino. Mano sapiente, veloce, esperta, agitata e profonda, quella di Van Gogh, le cui pennellate sublimi hanno saputo condurci tra vasi di fiori e scene di pesca, ritratti, notti stellate, paesaggi, silenzi.
Una bellezza divina, insomma, quella che si respira fissando gli occhi di uno dei suoi tanti autoritratti: ti immergi in quello sguardo e non senti più nulla, o forse senti tutto. La mostra che si tiene a Firenze a Palazzo Strozzi fino al 24 gennaio 2016 si chiama proprio Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana, una toccante riflessione tra arte e sacro – come sottolinea il curatore Carlo Sini – dalla metà dell’Ottocento alla metà del Novecento. Da non perdere assolutamente, così come da non perdere è anche un’altra immersione nell’arte: ci spostiamo a Genova, a Palazzo Ducale, dove fino al 10 aprile 2016 troviamo Dagli Impressionisti a Picasso. I capolavori del Detroit Institute of Arts, tra Van Gogh, Gauguin, Monet, Cézanne, Degas, Renoir, Matisse, Modigliani, Kandisky e Picasso.
Lasciamo Firenze e Genova, per spostarci verso Milano e Zundert. Milano per l’Expo, Zundert perché qui, in questa cittadina olandese, Van Gogh ha visto i natali il 30 marzo 1853. Uniamo le due cose visitando alla fiera di Milano il padiglione Olanda, una sorta di Luna Park con tanto di giostra, formaggi locali in dimensione XXL e street food a volontà. Divertente, colorato e – non di minore importanza – piuttosto accessibile nonostante le lunghe code.
Tra le tante proposte, una ha attirato la mia attenzione: in mezzo a bottiglie di birra, patatine fritte e polpette, pancake e frittelle, ecco che Van Gogh mi chiama al suo camioncino. Qui una grande insegna bianca recita il nome di un panino mai provato: il Worstenbrood. Non ho idea di cosa sia, anche se la somiglianza con il tedesco mi fa ipotizzare che abbia a che vedere con un bel sandwich di carne. Ottimo. Il motivo però per cui mi fermo qui e non altrove è la grande riproduzione di un autoritratto di Van Gogh che recita “The typical delicacy from Vincent Van Gogh’s hometown”. Pensare che quel camioncino abbia percorso tutta quella strada, da Zundert a Milano Rho, mi commuove e incuriosisce e allora mi faccio attirare da Van Gogh (che magari in vita sua non ha nemmeno mai assaggiato nulla di simile) e il Worstenbrood. La scelta, mi dice Van Gogh, anzi no, la ragazza inglese dietro il bancone, è tra vegetarian e con il lamb, l’agnello. Opto per l’agnello, nel frattempo ordino una birra e aspetto il mio panino artistico a sorpresa. Mi viene servito bello caldo in un cono di carta, è poco più grande di un hot dog e la carne è all’interno, molto morbida e saporita, leggermente speziata; il pane ricorda quello dolce dei panini da merenda. Il prezzo è contenuto (4€), ma è anche vero che uno tira l’altro e che per un pasto completo bisognerebbe andare avanti abbastanza ad oltranza. Ma Van Gogh aveva ragione: il Worstenbrood, a metà tra un pain au chocolat in versione salata e un classico croissant al prosciutto, mi ha regalato un po’ di sapori nordici. E per un attimo, dalla folla incontenibile di un sabato pomeriggio all’Expo, sono passata ai freddi mari del Nord, a sorseggiare birra trappista condividendo un panino semidolce con il mio pittore del cuore. Se non è magia questa…
DOVE
Fino al 31 ottobre al Padiglione Paesi Bassi, Expo Milano 2015 (http://www.expo2015.org/it) / Dopo il 31 ottobre, a Zundert (http://www.zundert.nl/) e in qualsiasi altra cittadina dei Paesi Bassi
DA PROVARE
Il WORSTENBROOD merita l’abbinamento con una delle due birre trappiste olandesi, ovvero La Trappe e ZUNDERT, quest’ultima prodotta proprio nella cittadina omonima nel birrificio De Kievit. Sono 11 in totale i produttori di birra trappista (6 in Belgio, uno negli USA, uno in Austria, uno in Italia e i due olandesi), così chiamata perché brassata dai monaci trappisti (ordine dei Benedettini) o comunque sotto le loro direttive; solamente questi monasteri possono etichettare le birre con il logo “Authentic trappist product”. De Kievit produce un solo tipo di birra, Zundert appunto: prodotta dai monaci Christiaan e Guido, insieme a Constant Keinemans, è una birra rifermentata in bottiglia con un volume alcolico dell’8%, speziata e dal finale amaro ma piacevole. http://www.zunderttrappist.nl/
