Glückstadt, il porto delle aringhe e della fortuna

È conosciuto come “il porto delle aringhe” e il suo nome significa “paese della fortuna, della gioia”.

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Non so se qui si è fortunati perché si mangia del pesce freschissimo, o se tutte le persone fortunate mangiano pesce freschissimo, e quindi sono felici!. So che forse le due cose vanno di pari passo, insieme alla tenerezza di questo porticciolo e alla natura selvaggia che le fa da contorno.

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Svegliarsi a GLÜCKSTADT è una di quelle esperienze che non dimentichi più, o almeno, per me è stato così. Nel mio viaggio verso nord, nella fremente attesa di arrivare in Danimarca e poi in Svezia, la ritrovi lì, quasi al confine con lo Jutland meridionale. La piccola Glückstadt con le sue aringhe, le sue pecore e le sue barche già vichinghe al largo della foce dell’Elba, è la sola città dello Schleswig-Holstein ad essere stata fondata da un re, Cristiano IV re di Danimarca, nel 1617 ispirandosi alle città rinascimentali italiane (“Dat schall glücken und dat mutt glücken, und denn schall se ok Glückstadt heten” disse il re al momento della fondazione. Fortuna di arrivare al porto e fortuna di potersi godere un bel pesce, se ci pensiamo bene!).

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Qui è ancora Germania, ancora perché come tutti quei posti un po’ di confine, non sai esattamente dove ti trovi. O forse proietti in quel luogo il desiderio e le attese verso mete che ti sei proposto di raggiungere, e allora tutto si somma con tutto. E così lo stesso succede con Glückstadt, dove il tedesco che si parla è già un po’ danese, e il pesce assomiglia tantissimo a quello che mangerai nei porticcioli della Scania svedese, e gli occhi della gente iniziano ad essere blu cielo, ma macchiati leggermente di grigio e bianco.

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Qui è davvero un paese di gioia, soprattutto la sera. Perché qui al tramonto, al porto, i colori di un incantevole acquerello preparano la tavolozza per la mattina che verrà. E così, se arrivi sul tardi, ti assapori una notte che arriva tardissimo, respiri quasi l’estate norvegese perché la luce non cala e il buio non arriva. Finché, d’improvviso, quel buio scende e insieme a lui il vento dall’estuario. Ti sembra oceano, e dire che sei poco sopra Amburgo. Ma tu, in cuor tuo, sei al confine.

Dormi cullato dal quel vento un po’ feroce che però quasi ti concilia il sonno, vento e pioggerellina fine. Ma poi capita così, che a metà agosto ti svegli poco dopo l’alba, il cielo si è squarciato e sempre lì, davanti nell’insenatura del fiume Elba, dove la sera prima il buio ha coperto tutto, pecore bianche e nere piene di bellissimi ricci si godono il pascolo. È prestissimo, sì, ma non vuoi perderti quella meraviglia: e allora scendi in strada, stai fermo davanti a quel paesaggio per un tempo che ti sembra indefinito. Incredibile, ti ripeti, incredibile: pecore al pascolo sull’erba rada bagnata dalle maree, e poi il venticello fine nell’aria rarefatta del mattino, le prime barche che escono dal porticciolo, c’è pure un vascello che ricorda le barche vichinghe. Il cielo è blu, sempre più blu, e tu vorresti dipingere tutto quanto.

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Poi ti sposti un po’ verso il paese, che è piccolo come quel porto ma ha l’aria felice… perché ci sono le aringhe. E così, verso le otto del mattino, entri in uno dei pochi bar aperti nella piazza del mercato e lì scegli la colazione migliore che puoi scegliere: Matjesbrötchen ovvero panino con aringa fresca, cipolle e panna acida. Quel pesce è indescrivibile, si scioglie in bocca, e mai avresti pensato di godertelo al mattino, insieme a una tazza di caffelatte. Qui tutto può succedere, perché ti trovi nel paese della gioia e delle aringhe.

Non ti chiedi che cosa significhi essere felici, perché sai che in fondo è quello che stai provando: mentre come un pittore dipingi con lo sguardo quel pascolo lento, e mentre addenti quel panino come il panino migliore mai mangiato, sì, in quei momenti puoi dirti davvero felice. Non sapendo che cosa significhi, ma sapendo che lo stai provando.

Questa è Germania, quella del nord che non ti aspetti, quella un po’ fuori dalle grandi rotte, quella calda anche se piove, perché poi esce il sole ma poi si rimette a piovere e poi esce di nuovo il sole. Incredibile questo clima, incredibile questo piccolo porto, che ti rende felice, con qualche pecora, barche sugli estuari e incantesimi di pesce tanto fresco quanto divino…

DOVE

Glückstadt si trova a un’oretta di viaggio da Amburgo. Io ho fatto colazione alla Bächerei und Café Klingbeil (An Markt 7, 25348 Glückstadt – 0 41 24 – 79 79), che vi consiglio vivamente perché si fa colazione come un re (Frühstück wie in König; per i meno temerari, propongono anche colazioni tradizionali!).

Se la vostra meta è la Scandinavia, poco dopo Glückstadt, si trova Flensburg, al confine danese: una splendida cittadina portuale che merita una sosta, una piccola navigazione nel canale e, ovviamente, un bel panino di pesce fresco (Fischbrötchen immer frisch!).

https://www.glueckstadt.de/

4 thoughts on “Glückstadt, il porto delle aringhe e della fortuna

  1. Ma che posto spettacolare! Mi aveva incantata già dal titolo: un paese con un nome che meglio di così non si può, e poi io adoro le aringhe marinate. Ne ho mangiate quasi fino alla nausea un paio di settimane fa a Stoccolma, ma sarei di nuovo pronta a ricominciare.
    Segno tutto perché Amburgo è da un po’ nella lista dei posti da vedere, e Glückastadt merita sicuramente una deviazione.
    Buona giornata 🙂

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