Sono stato fermo seduto per una buona mezz’ora, il tempo di guardare bene la cartina, cercare tutte le cose che mi avevi detto di vedere, scriverti e fare colazione. Sì, forse tra una cosa e l’altra credo di essere stato fermo circa un’ora. Il tempo si dilata qui, è come una corda di Fado sempre tirata che prolunga il suono per un momento indefinito…
Chiara Caprettini, Gira il tempo al contrario
Tutte le volte in cui metto piede qui, in Portogallo, mi chiedo quale sia la parola più appropriata per definirlo. E tutte le volte, mi rendo conto di quanto questa terra muti così tanto da rendermi impossibile qualsiasi definizione.
Perché certe volte è il gabbiano che attira la mia attenzione: stancato dal vento e dall’oceano che trascina a sé, lui attende che il suo momento arrivi. Il momento in cui il mare gli regalerà la pesca migliore… Un’altra volta è il mercato zingaro con i profumi di carne alla griglia che si mescolano a quelli dei fiori o delle terracotte o delle musiche. La musica del Portogallo è profumata, è imponente, è maestosa, e sa di Fado ma anche di sale e di quella malinconia che ti stringe dentro e ti pulsa come una ferita che sta guarendo. Il Portogallo guarisce sempre…
Un’altra volta ancora sono le persone, quelle accoglienti, vestite di lana o di vento, di sorrisi o di silenzio. Vestite di quegli abiti che tu non sei in grado di indossare perché tanto umili e principeschi insieme. Umili come il pesce essiccato al sole, principeschi come i santuari a picco sul mare. I suoni del Portogallo sono incessanti come i brusii dei rosari, avvolgenti come gli sguardi del surfista quando riesce a prendere l’onda, vivaci al pari del fiume che scorre e lascia traccia e non lascia traccia insieme. Non so se venire qui significhi disegnare percorsi già esistenti o viverne di nuovi o risalire alle correnti del tempo in cui grandi poeti e pittori hanno già visto e vissuto tanto.
So che nulla si può descrivere, ma tutto si può vivere. E forse in questo potere ingestibile e immenso della vita sui gesti e sulle persone e sui dettagli, si costruisce una trama di pizzo che sa di sardine, di azzurro, di piccoli paesi dove la vita è ancora degna di chiamarsi tale.
So che qui le orme sulla sabbia creano solchi profondi, è difficile camminare su questa riva bagnata, ma se ci riesci, se non ti arrendi a queste sabbie mobili, se non ti arrendi alla forza dell’Oceano che ti spinge lontano, allora lì puoi incontrare il vero Portogallo: nell’umiltà principesca di un pugno di lupini, nella birra fresca e nel profumo del sughero. Lì il Portogallo si manifesta e si esprime, e non ti lascia più, perché ti è entrato diritto nel cuore.
CATAPLANA DE PEIXE E MARISCO
Gira il tempo al contrario (Cartman 2014) è stato il mio primo personale omaggio alla potenza portoghese: un romanzo sulla forza dei sentimenti, sulla generosità dei dettagli lusitani, sulla possibilità reale di trasformare le difficoltà in successi. Un romanzo che è un viaggio e nello stesso tempo tante piccole poesie insieme, una guida romantica e precisa sui piccoli e grandi paesi portoghesi. Qui nella terra in cui il Tempo gira sempre in mille modi diversi, e crea così infiniti mondi diversi…
Il libro è anche tanta cucina, quella che incontra il protagonista nella sua avventura. Uno dei piatti tipici, specialmente della regione dell’Algarve, è proprio la Cataplana, de peixe o marisco, a seconda che sia preparata con pesce o frutti di mare o entrambi. La Cataplana è la pentola in cui si cuoce questa delizia che assomiglia alla bouillabaisse, ma dove i pesci sono lasciati leggermente più interi. Semplice da preparare, la si accompagna con riso bianco o patate bollite.
Ingredienti per 6/8 persone
800 g di pesci e frutti di mare misti puliti: mazzancolle, seppie, polpo, merluzzo, totani, moscardini, ciuffi di totani, cozze sgusciate, verdesca; 2 confezioni di Datterini Pelati Cirio; tre pomodori San Marzano; 2 cipolle piccole bianche; 3 spicchi d’aglio; 1 cucchiaino di zucchero; 30 ml di vino liquoroso (io ho scelto un Madeira un po’ invecchiato); 1 cucchiaio raso di erbe di Provenza (o aromatiche miste essiccate); olio evo, sale e pepe q.b; 1 cucchiaino di peperoncino (a piacere, potete aggiungere delle patate spezzettate in cottura); prezzemolo. In accompagnamento: 400 g di riso bianco tipo Roma Abbiamo riso per una cosa seria, zeste di limone. O, in alternativa, patate bollite, alla maniera portoghese.
Preparazione
- Saltate l’aglio tagliato fine con un un cucchiaio di olio, un pizzico di sale e pepe, e il peperoncino. Aggiungete il Madeira e fate insaporire un paio di minuti. Aggiungete i pomodori a pezzi, i datterini, le cipolle tagliate finemente e le aromatiche. Aggiungete pesci e crostacei gradualmente a seconda dei tempi di cottura (mazzancolle e cozze per ultime) e allungate con del brodo di pesce.
- Procedete nella cottura della Cataplana a fiamma bassa per circa 50 minuti. Nel frattempo cuocete il riso al dente, e conditelo semplicemente con olio, sale e pepe e un po’ di zeste di limone.
- Servite la zuppa di pesce decorandola con foglie di prezzemolo e accompagnandola con il riso.
Nell’attesa che il piatto sia pronto, in piena tradizione portoghese, sgranocchiate olive e lupini!
Prodotti
ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA / CIRIO
IL LIBRO E L’AUTRICE
Gira il tempo al contrario, Chiara Caprettini, Cartman Edizioni 2014
stupenda ricetta … meravigliose foto….. sempre piu voglia di partire per il Portgallo ….. primavera prossima … forse
Allora ti darò consigli :)))) Grazie per il commento cara!
li accettiamo volentieri……un bacione
Che buona la cataplana!!! L’abbiamo mangiata lo scorso anno alle Azzorre …
Mai stata alle Azzorre sono belle? 🙂 Io invece prima volta in Algarve qualche anno fa. Che delizia!!! 🙂