Travel. Solo, semplicemente, soprattutto PORTOGALLO: 8 giorni sull’oceano.

Dio si stanca dei grandi regni, mai dei piccoli fiori.

[R. Tagore]

Chi mi conosce sa che lo amo. Sa che mi ha stregato dal momento in cui ci ho messo piede. Sa che ho dovuto scrivere un romanzo, GIRA IL TEMPO AL CONTRARIO (http://www.cartmanedizioni.it/prodotto/gira-il-tempo-al-contrario/), per raccontarlo in tutta il suo magnifico splendore e in tutta la sua disarmante semplicità. Per chi non mi conosce, ecco un assaggio di otto giorni portoghesi sparsi tra Viseu, Coimbra,  Alcobaça e l’oceanica Nazaré. Un piccolo viaggio fatto di parole, foto, ricordi e suggestioni. Consapevole di quanto la grandezza portoghese sia come la piccolezza di una conchiglia: imprendibile, affascinante e meravigliosamente inafferrabile.

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Welcome to PORTUGAL

Dove il vento spruzza oceano e il Fado profuma di sardine. Dove la proprietaria del ristorante diventa in un attimo tua zia e tu ti senti re di una terra ricca di dettagli poveri e meravigliosi insieme. Dove le pasticcerie sfornano dolcini all’uovo, i ponti sono pieni di pittori e poesie, il caldo battente muove gli oggetti e li colora. Welcome to Portugal, la terra della gente che sorride e lo condivide, che soffre e non te lo fa notare, che ti ama e si affeziona a te. Qui dove ogni piccolo paese è una grande terra, perché le radici ti chiamano a sé e ti vestono con prepotenza e dolcezza. Qui dove semplicemente ti senti a casa…

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Il PORTOGALLO è..

Day1. Coimbra a 45 gradi; la signora Fernanda di Viseu che prepara il polpo fritto migliore del mondo; la musica dimessa nelle strade, la musica allegra nelle strade; gli ombrellini di pizzo, le ceramiche dipinte a mano, le briosche ripiene di prosciutto. È il caldo di giorno, il freddo di sera. È la poesia a tutte le ore, in tutti gli spazi.

Day2.Sentire il rumore dell’oceano senza vederlo perché c’è troppa nebbia. Meglio, perché così lo immagini e lo senti ancora più vicino. Perdersi in una chiesa rivestita di azulejos, osservare la Madonnina dei miracoli del mare, ritrovarsi nel suo sguardo, esserne rapiti, farlo tuo. Chiacchierare con la venditrice di lupini che affitta case, trovare il pesce fresco la domenica sera tardi, sentire le gocce di umido sul viso. Ma quello non è umido: sono lacrime dell’oceano…

Day3. Mangiare pesce come se non ci fosse un domani. Perché se anche il domani ci fosse, sarebbe qui e andrebbe bene! Entrare in un negozio di ceramiche e commuoversi: non chiedetemi come sia possibile, ma qui la poesia è tangibile. Svegliarsi mangiando dolcini caldi al latte e addormentarsi mangiando dolcini tipo tiramisù con biscotti portoghesi, latte e cioccolato. Prendere due birre, un caffè e una bottiglietta d’acqua, tutto visto oceano, e spendere meno di… tre euro. Trovare un cestino con un cuore enorme, vedere in quel cuore il cuore portoghese, e ancora una volta trovarsi gli occhi lucidi. Alternare mari di nebbia a mari di sole a mari di nebbia, e voltarsi senza mai trovare lo stesso paesaggio. Canticchiare il Fado, inventando le parole e dicendo solo O sonho O sonho. Perché qui, in fondo, è tutto un grande sogno…

Day4. Fare colazione con croissant al cioccolato che però sanno anche di uovo e latte. Passare il pomeriggio a fissare le donne che essiccano carapau al sole, fermarsi a chiacchierare con Manuela che essicca carapau e polpi e ti spiega come mangiarli. Fare il bagno nell’oceano, che non è proprio bagno ma lavaggio di piedi dato che l’acqua è gelata. Ma se stai fermo a riva, lo senti, impetuoso e maestoso, e ti inchini a tanta bellezza. Mangiare pane, burro, olive e paté di sardine e trovare tutto meravigliosamente buono. Correre sulla sabbia e avere la sensazione di camminare su del pan grattato.

Day5. Perdersi in un mare di ceramiche come se si stesse nuotando in un oceano. Sono di mille colori di mille forme di mille dettagli e ognuna ti parla dritta al cuore. Entrare nel Monastero di Alcobaça e leggere la storia di Ines e Pedro: la storia d’amore delle storie d’amore, ovviamente contrastata e tragica, ma piena di intensità. E lì, davanti alla tomba della giovane Ines, una lacrima scende in fondo ai suoi piedi, dove un piccolo cane di pietra sta dormendo. Anzi, sta proteggendo la sua anima. Mangiare sardine con la naturalezza con cui si beve acqua, e poi finire con un dolcino pluripremiato che profuma di uova, marmellata di zucca e mandorle. Trovare cuori appesi a un albero, e lì appendere anche il mio, così che il sole portoghese _ caldo e timido insieme _ possa custodirlo. Insieme a Ines e alle sardine.

Day6. Non riconoscere il confine tra cielo e mare, perché forse non esiste. Collezionare pietre dell’oceano, tutte diversamente levigate dal vento e dal mare. Anche tu, come loro, non riesci a fronteggiare la forza dell’oceano. Perdersi in viottoli in salita o in discesa con panni stesi all’ombra o al sole o comunque rivolti verso l’orizzonte. Anche loro, come la tua anima, devono volare. Mangiare la cataplana di peixe che è per una persona, ma in realtà è per due o per tre, e poi fare una bella scarpetta con il pane al mais. Bere la Ginja come aperitivo, per merenda, prima di cena. Insomma, sempre. Correre al faro, e mentre corri il vento ti porta via, eppure riesci lo stesso ad arrivare laggiù dove si frangono le onde. E tu sogni, tra gabbiani e borsellini di stoffa.

Day7. Finire in un mercato zingaro pieno di colori e urla e camioncini che preparano sfoglie calde di carne e formaggio. Scoprire una loja che vende miele di Fatima, sardine di stoffa, ginja nel cioccolato e pietre decorate a mano. Immergersi nel folclore oceanico dove bambini ragazzi e adulti ballano balli impossibili che farebbero girare la testa a chiunque, tranne che a loro 🙂 Cenare con una orata appena pescata, insalata e patate e pagare questa fine del mondo sei euro. Andare a dormire con la voce forte, elegante e possente della cantante di Fado ancora nel cuore. E ritrovare in quella voce il colore della nebbia la mattina: rosa e soave…

 

Day8. Non avere paura che l’oceano ti legga dentro. Perché succede sempre così: ti svegli felice e lui lo sa, ti addormenti nelle lacrime e lui te le asciuga, cammini verso di lui e lui ti accoglie. L’oceano è vivo, è umano.
Perdersi in stradine bianche intervallate da piccole braci che cuociono sardine. Non vi dico il profumo nell’aria: mare, vita, sale, pesce, vento, tutto insieme in una sinfonia irripetibile. Fermarsi davanti a una casa scrostata blu e bianca, trovarla bellissima nella sua sconcertante decadenza. Qui le cose sono decadenti e piene di vita nello stesso tempo. Fissare il faro lontano e la chiesa vicina. E sentire le campane che ti entrano nel cuore, e lì battono i rintocchi di ciò che vogliamo o desideriamo sentire.

Da provare

Restaurante O HILARIO. Rua Augusto Hilario 35, Viseu 3500-089
Restaurante ADEGA PACO DO CONDE. Rua Paço do Conde 1. Coimbra
Café Tapas TABUA DA MOURA. Rua Corvo 43. Coimbra
Restaurante CAFE GIL VICENTE. Rua Gil Vicente 0 67C, Nazaré
Restaurante CASA MARQUES. Rua Gil Vicente 37, Nazaré
Restaurante MARIA DO MAR. Rua Gulhim 13, Nazaré
 
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Artigianato tipico NAZARET. Praça Dr. Manuel Arriaga 20, Nazaré
Artigianato, ceramiche e moda MARIA A PORTUGUESA. Avenida Manuel Remigio, Nazaré
Accessori e oggetti d’arredamento CASA CLAUDIA. Ed Castelo, Estrada do Sitio, Nazaré
Ceramiche e oggetti di artigianato AMOR NA NAZARE. Rua Alexandre Herculano 11, Nazaré
 

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7 thoughts on “Travel. Solo, semplicemente, soprattutto PORTOGALLO: 8 giorni sull’oceano.

    1. Stessa lunghezza d’onda mia cara Liliana 🙂 e ripenso a ieri con la gioia nel cuore!

      1. Non vedo l’oraaaa 🙂 questa volta a colpi di ginja sem rival:)

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