Travel. Sapori di Francia: il MIDI

Io canto una fanciulla di Provenza
Nella sua primavera e nell’amore,
in mezzo al grano e dove presso è il mare,
la seguirò, discepolo ritroso
del grande Omero, ché poco si è detto,
oltre la Crau, di una figlia dei campi.
Per quanto sulla fronte giovinezza
soltanto le splendesse, né corona
d’oro fino o mantello di damasco
portasse, voglio come una regina
che in gloria sia innalzata e, della lingua
nostra in disdegno, vesta le carezze.
Per voi, pastori e gente agreste, canto…

[Io canto una fanciulla di Provenza, Frédéric Mistral]

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Conosco il sud della Francia da quando sono una bambina. Prima ancora che nascessi, mia nonna – a cui devo il grandissimo insegnamento del “leggi ovunque perché ovunque puoi trovare qualcosa che ti serve” – aveva scoperto, ritagliando articoli un po’ sparsi, un luogo della magia. Lei che amava tanto Frédéric Mistral, aveva finalmente trovato i luoghi in cui il grande scrittore descriveva le fortune e le disgrazie del giovane personaggio di Mireille. Mirella, che a Crau, sulla strada per le Saintes Maries de la Mer, in un pellegrinaggio per amore, era rimasta stremata dal caldo e dal sole battente. Tanto da rimanere lì, su quella strada infinita immersa in brughiere, manades di cavalli e fenicotteri rosa.

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Mia nonna scoprì quel luogo della magia quando, circa 30 anni fa, convinse i miei genitori a seguirli in questo viaggio della scoperta. Anni dopo, quando mi ritrovavo a passare le mie prime estati godendomi lo spettacolo di quelle onde alte e spiagge chilometriche, con la mia nonna a fianco e insieme a lei il suo solito cestino di paglia, iniziavo ad avere quella sensazione del ritorno a casa, come se quella Camargue in realtà fosse anche la mia Camargue, la mia terra, i miei cavalli. Il luogo della magia è continuato negli anni, e me lo porto dietro, nelle estati, nelle fughe del week end, e soprattutto lo conservo in quell’angolo del cuore dove i grandi sogni riposano e rinforzano la pace e lo stupore. La Camargue ha svegliato il mio cuore di bambina, gli ha dato fiato e vita, e ora continua ad alimentare il mio cuore di food blogger.

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I confini si perdono in questi posti: passi dalla capitale della Camargue, le SAINTES-MARIES-DE-LA-MER, dove una straordinaria chiesa romanica imponente come una vela in un deserto contiene le spoglie di Maria Salomé e Maria Jacobé. E poi ha quella cripta così calda, dove la protettrice dei gitani, Sainte Sarah, sempre vestita di abiti dorati e preziosi, ti guarda con quegli occhi piccoli piccoli, e ti fa sentire sempre incredibilmente importante. Il luogo della magia, della lavanda, dei salamini di toro, della musica gipsy, della corsa dei cavalli e tori in mezzo alle strade (una volta ne è anche scappato uno), dei cestini e delle saponette.Il luogo delle conchiglie rotte dal vento, delle barche dipinte da Van Gogh, del vento fortissimo d’estate e del vento fortissimo d’inverno, della zuppa di pesce e della rosa dei venti.

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I confini si perdono, perché a pochi minuti di macchina ti ritrovi un paesaggio un po’ diverso, con meno stagni e più brughiere, ugualmente popolato di fenicotteri, tori, cavalli, aironi e cicale. La regione della Languedoc-Roussillon apre una vista mozzafiato su vigneti estetici ma non troppo ordinati: qui le visite alle cantine sono visite un po’ selvagge, divertenti, sotto il sole o su trenini colorati che ti portano a bere questo delicato vin des sables. Che profuma di sale, mare, vento e lo bevi alla sera come aperitivo, con due olivette verdi. E in quel momento ti sembra di toccare il Paradiso, anzi, lo tocchi per davvero.

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AIGUES MORTES è un paesino fortificato medievale dove ogni anno, verso la fine di agosto, festeggiano il patrono Saint Louis con una rievocazione storica che trasforma il paese in un accampamento medievale. La poesia delle poesie per un posto che letteralmente significa “Acque morte” e che in verità è vivo, vivissimo: qui ci sono le saline del Midi, e il sale che viene prodotto gira in tutta la Francia e non solo. Saline rosa come le piume del fenicottero, di un rosa che si specchia nel marrone delle mura che incontriamo vedendo Aigues Mortes dall’esterno. Poi entri da uno degli ingressi, e in quel momento, su quel sentiero acciottolato, dimentichi il mare e ricordi solo un tempo lontano mai vissuto in cui sei stato re, vassallo o regina.

Trecce di lavanda, biscotti artigianali e paté di campagna; caramelle dai mille colori e piccoli negozi che vendono vassoi, tazze, fazzoletti ricamati e provenzali; olive, gelati all’italiana che non si capisce perché li chiamino così: sono un incrocio tra un marshmallow e un budino, molto dolci e si sciolgono in fretta. Preferisco le palline classiche: provate il gusto al caramello salato e non lo lascerete più. La chiesa di Notre Dame des Sablons ha vetrate che in realtà sono fessure di luce che entra da vetri multicolore: ascoltare la Messa qui è assistere al miracolo che permette alla luce di formarsi, distendersi sulle cose e plasmarle. Incantevole. Ti fermi un po’ nella piazzetta del paese, piena di ristoranti francesi e spagnoli, pizzerie e bar. La pizza qui non è male, sottile e piena di emmental, quando la prendo al roquefort è l’apice del gusto. Dimenticate la pizza napoletana, che è nostro appannaggio: qui la “pizzà” è rigorosamente rossa con emmental, “mozzarellà” e olive nere. Mica male in fondo…

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Lascio la terra e torno al mare, che già iniziava a mancarmi.

All-focusHo voglia di cozze e patatine, e pur non essendo a Bruges, qui le trovo a volontà a prezzi irrisori: 8 euro per 1,5 kg di moules frites. Che sembra tantissimo, ma devi contare che mangiando solo il muscolo, un chilo e mezzo non è poi così tanto. In più le cozze fanno benissimo alla schiena e ai legamenti: la regione ha un clima molto umido, e per chi soffre di schiena una bella cura rigenerante a base di cozze è la soluzione migliore. Ho provato e funziona! La vicinissima LE GRAU-DU-ROI è a soli venti minuti dalle Saintes Maries e a cinque da Aigues Mortes. Confini sfumati anche qui, dove il faro protegge pescatori e gabbiani, e i signori del posto, meglio conosciuti come Graulens, preparano la migliore insalata di polpo del mondo: si può scegliere la Rouille pecheur con tanta salsa di maionese e aglio, oppure la classica Salade de poulpe con peperoni e olive nere. In entrambi i casi, vi alzerete già avvertendone la mancanza.

Le spiagge di quest’area chiamano a sé con eleganza e dolcezza, ben diverse da quelle selvagge e indomite delle Saintes Maries. Sembra quasi avere di fronte un mare diverso, ma poi il canto delle cicale ci ricorda che stiamo continuando a respirare la stessa magia. Ti perdi sul canale ad ascoltare il rumore dei gabbiani che seguono i pescherecci di ritorno al tramonto: quando cala il sole, il cielo si dipana come una fisarmonica, da blu che era diventa rosso, giallo, rosa violento e poi viola, grigio, perfino nero. Ogni sera è così, ma sempre differente. La tortina salata di polpo, pomodori e cipolle (Tielle setoise perché tipica del vicino paese di Sète) va mangiata tiepida con un bicchiere di Côte-du-Rhône, un rosso non troppo impegnativo che con il pesce un po’ grasso va a nozze. E poi arriviamo a lui, piatto incontrastato, nel mio immaginario supera la magia delle moules frites a 8 euro: lui, il re dei re, è lo spezzatino di toro, o Gardianne de toro. E qui, amici, non c’è gara: uno spezzatino di carne di toro selvaggio stracotto nel vino rosso, cipolle, olive e carote, solitamente servito con il riso sempre selvaggio della Camargue. Un’esperienza da vivere con profondo rispetto verso ciò che si sta assaggiando: il Midi pulsa in questo piatto del sogno.

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Per i palati un po’ meno selvatici, esistono infinite alternative, e mi piace sempre ricordarne un paio, perché sono molto semplici da preparare o, nel caso in cui non aveste voglia di mettervi ai fornelli, le trovate sempre nelle boulangerie ad aspettarvi belle calde: la Fougasse au fromage e la Pissaladière. La prima è una focaccia intrecciata cosparsa di emmental che fa una golosa crosticina; la seconda è la pizza dei marinai, preparata con cipolle un po’ candite, olive, acciughe. Ricordatevi che se è estate e la comprate prima di partire per portarvela a casa, la cipolla uscirà con veemenza dalla bustina di carta e profumerà tutta la macchina. Ma anche questo fa parte dell’esprit du lieu.

Gli infiniti orizzonti che qui si sviluppano come tempi e sfumature prendono di volta in volta il colore di ciò che si legge, beve o assaggia: sfogli il giornale facendo colazione con pane, burro e marmellata, e un bicchiere di succo d’arancia; poi ti sposti al mercato, e qualsiasi mercato è prima di tutto un viaggio sospeso tra Provenza, Camargue, Languedoc, teste d’aglio, lavanda, cestini di vimini ed erbe aromatiche. Non esiste nulla, qui, che non contenga in sé un granello di quella stessa magia che mia nonna aveva raccolto più di trent’anni fa. Perfino la tovaglia antimacchia – che ormai trovi in tutti i mercati e supermercati del mondo – qui è una tela d’artista dai colori estremamente verosimili. Aspetti con impazienza l’ora del pranzo, perché vuoi assaggiare le ostriche coltivate nella vicina Bouzigues, qualche gambero, tanta salsa aïoli e cozze gratinate nel Pastis. E magari anche un pezzo di “pizzà” ai frutti di mare, che è risaputo che i frutti di mare e l’emmental stiano insieme in uno sposalizio perfetto (!!!).

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Togli le scarpe e corri al mare: alle Saintes Maries il mare non ti aspetta mai, è come se scappasse di continuo e tu dovessi fare come si faceva da piccoli con le farfalle e l’acchiappafarfalle. Le prendevi per fare bella figura, e poi le lasciavi andare subito: perché le farfalle sono fatte per volare, e anche il mare. Quello di Grau du Roi invece ti aspetta sempre: si comporta come il ragazzo del mercato, che ormai è diventato un signore, che vende libri usati. Lui ti aspetta sempre, con i suoi vecchi libri di Saint Exupéry e il suo vecchio labrador bianco. Quel cane, come il mare di Grau du Roi, è sempre fedele.

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Scende la sera, il sole diventa una palla infuocata e il cielo una tavolozza; raggiungi il lungomare per non perderti lo spettacolo, prendi un bicchiere di Vin rosé con qualche oliva, chiacchieri con il proprietario di cose che dopo un attimo dimentichi, eppure hai la sensazione che quelle siano cose importanti. Poi ti sposti nella calma Aigues Mortes, sei incerto tra cozze e toro, e alla fine ripieghi su un bel menu fisso che per 14.90 € ti dà Entrée, Plat e Dessert. Il café gourmand ha un sovrappezzo di due euro, ma merita: caffè con cinque o sei dolci in taglia mini, dal tortino con cuore fondente al gelato al caramello. Tutto piccolo, tutto mini, tutto curato e buono.

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Sale il vento, Santa Sara riceve la visita della solita zingara che di giorno legge la mano in paese, la veste con nuovi abiti e le aggiunge una coroncina. Gli occhi della Santa si fanno più grandi, o forse quello è il faro di Grau. Il profumo prepotente della saponetta di Marsiglia si mescola con quello dei sacchetti di lavanda e delle patatine fritte: vi assicuro che non stonano, anzi. Poi prendi un sacchetto di plastica, vai sulla spiaggia e rubi qualche conchiglia rotta dal mare; compri una testa d’aglio dalla contadina che urla “Un grand paquet d’ail” e già te lo immagini grattato su una bruschetta calda. Assaggi una fetta di Saucisson de toro, ti metti a fissare il porto, in bilico come i fenicotteri su una zampa sola. Il verso del gabbiano che ha rubato il pesce come tu hai fatto prima con le conchiglie ti ricorda, infine, una cosa: la magia è come uno spicchio d’aglio da sfregare sul pane. Da sola esiste, ma ha bisogno di mani e occhi per venire fuori. E le serve quel pane caldo, leggermente abbrustolito, per emergere in tutta la sua sorprendente grandezza…

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Da provare per pranzo e cena

Restaurant L’ENCIERRO. 46 Rue des Combattants, 30240 Le Grau-du-Roi

Restaurant LE PATY. Route Saintes Maries de la Mer, 13123 Arles Le Paty De La Trinité

Restaurant CHEZ COCO. 19 Grande Rue Jean Jaurès, 30220 Aigues-Mortes

Da provare per merenda

Boulangerie FÉLINE-MÉLARIN NELLY. 4 Rue Victor Hugo, 13460 Saintes-Maries-de-la-Mer

LA CURE GOURMANDE. 23 Grande Rue Jean Jaurès, 30220 Aigues-Mortes

Da provare a tutte le ore

O PICA PICA. 16 Avenue Van Gogh, 16, 13460 Saintes-Maries de la Mer, France

Vins CELLIER DES CIGALES. 11 rue de l’Aurore 30240 Le Grau-du-Roi

 

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