VINITALY 2016. Parte 1: SICILIA

Di questa 50edizione del Vinitaly si è già detto tantissimo. 130mila operatori da 140 nazioni, 100mila metri quadrati netti espositivi, 4.100 espositori da più di 30 Paesi. Quasi 50mila le presenze straniere, con 28mila buyer accreditati dai mercati internazionali. Un salone dei grandi numeri, dei grandi spazi, di grandi conferme e di grandi scoperte. Non potevamo mancare, per quanto condensare in una giornata il piacere della visita con l’incontro con i produttori sia stata impresa piuttosto titanica. Titanica, ma non impossibile, soprattutto se di mezzo c’è nordfoodovestest 😉

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Ecco quindi il nostro Vinitaly: un report, tutto personale e sentimentale che mi ha portato a Pantelleria, sulle pendici dell’Etna, sul Lago di Caldaro, a Bolzano e poi Agrigento, passando per Treviso e Bassano del Grappa. Pronti a partire? Iniziamo dalla Sicilia…

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SANTA MARIA LA NAVE 

http://www.santamarialanave.com/ Ho conosciuto Riccardo e Sonia, le anime di questa giovane e nello stesso tempo secolare azienda, per puro caso, e fin da subito li ho apprezzati: il loro vino parla dell’Etna, di una viticoltura eroica che racconta di vento e leggende, contadini e passioni, di famiglie unite dal solido legame che si crea quando si ama la propria terra e si desidera farla parlare. La terra della Contrada La Nave profuma di tutto questo.

Chiedo il perché del nome: si narra che un’antica divinità avesse usato le piante della zona per costruirsi degli armamenti, tra cui una nave. Che poi questa contrada abbia effettivamente la forma di una nave, è un’altra storia: a noi piacciono le leggende, e questa che ci riporta ai tempi senza tempo degli dei e delle battaglie ci affascina moltissimo. Santa e Maria sono invece le rispettive mamme di questa giovane coppia. Famigliare, genuino e storico. Perché il Grecanico Dorato, a 1100 metri sul livello del mare posto sul versante nord-ovest delle pendici dell’Etna, è il risultato di un’accurata selezione durata 15 anni da antiche piante madri dell’Etna, immerso tra boschi e frutteti.

Vitigno che matura molto tardi, il Grecanico Dorato rappresenta una delle anime della loro azienda, e si esprime nel MILLESULMARE SICILIA DOC BIANCO. 100% Grecanico Dorato, inizio con il MILLESULMARE 2013. Vendemmiato manualmente il 5 novembre, ha eleganti riflessi dorati, il naso lascia spiccare subito il vulcano, poi arrivano le note fruttate e minerali. Il MILLESULMARE 2014 ha invece una nota evidente di ananas, mentre il MILLESULMARE 2015 mi avvolge con il suo profumo elegante e lieve di bergamotto. Mi sembra di essere laggiù, su pendici mai visitate, luoghi mai visti eppure visti: il vino mostra paesaggi nuovi e te li fa conoscere. L’evidente aromaticità  di Millesulmare è forse la caratteristica di punta: il Grecanico si esprime al meglio proprio grazie alla fortissima escursione termica dovuta all’altitudine del vigneto.

CALMAROSSA ETNA DOC ROSSO è la loro seconda chicca: 85% Nerello Mascalese, 15% Nerello Cappuccio, siamo a 500 metri sul livello del mare alle pendici sud-est. Se Millesulmare esplode come un vulcano, Calmarossa ricorda la quiete del lungo mare, la brezza e il sale. Un bel tannino sprigionato dal CALMAROSSA 2014. Sottobosco, cannella e un po’ di vaniglia. Ma io qui sento il mare, un mare rosso e tranquillo che accoglie le ceneri del vulcano. Due vini da amare, una giovane coppia entusiasta e una terra antica e leggendaria.

EmozioneGuido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io/fossimo presi per incantamento/e messi in un vasel, ch’ad ogni vento/per mare andasse al voler vostro e mio [Dante Alighieri]

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MANDRAROSSA

http://mandrarossa.it/it/ La Sicilia continua a rapirmi con i suoi profumi e colori. Mi sembra di attingere da uno scrigno pieno di fiori e terra grezza, vulcani e argilla, piante di rosmarino e spiagge deserte.

Camminiamo in mezzo a Nero d’Avola, Grillo, Grecanico, Chenin Blanc e Petit Verdot. Ci troviamo a Menfi, terra straordinaria  e semplice, dove il sole accarezza e brucia la pelle dei contadini, la cucina è solo quella tradizionale e il vino è un miracolo multiforme di luci e colori. Vini che nascono da capolavori di terra, di mare e di gente. Top range di Cantine Settesoli, i vini Mandrarossa sono la voce di una territorio selvaggio, di vignaioli infaticabili; parlano con delicatezza ed eleganza ma esprimono tutta la rumorosa bellezza di questi luoghi. Sono venuta a conoscere le loro novità, ma prima di tutto chiedo un bicchiere di URRA DI MARE.

Sauvignon Blanc in purezza, nasce su un terreno a prevalenza sabbioso e argilloso, permeabile e molto fertile. Un vino elegante, che porta con sé albicocche e basilico. Il tutto avvolto in una piacevole leggerezza. Mi soffermo sulle tre novità di quest’anno, nate con l’intento di reintrodurre la tradizione ma con una nota innovativa. Inizio con lo ZIBIBBO TERRE SICILIANE IGT, particolare per questa sua vinificazione a secco piuttosto rara. Colore fantastico, aromaticità e mandorle al naso, all’assaggio mi sembra quasi di perdermi in cesti di frutta matura. Una bella sorpresa.

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Passo al PERRICONE ROSÉ TERRE SICILIANE IGT: 100% Perricone, vitigno che cresce, come il Sauvignon, su suoli a medio impasto. Rose, lamponi e una discreta mineralità. Me lo immagino con una zuppa di legumi, preparata dalle genti del posto. Sogno… Termino con il FRAPPATO TERRE SICILIANE IGT, 100% Frappato ovvero “fruttato”, caratteristica principe di questo vino che tuttavia deve ancora esprimersi…

SETTESOLI

http://www.cantinesettesoli.it/ Resto in questa terra delle piccole colline affacciate sul mare, lo stand Settesoli rispecchia tutto questo: mi dicono che i tavoli e le sedie, tutti diversi, appartengano ai soci di questa grande cooperativa nata nel 1958. In pratica, sto degustando vini seduta al tavolo di una casa di campagna…

Frutto di una opera di sensibilizzazione dei coltivatori, avvicinati nel corso del tempo al concetto di qualità e non di quantità della produzione, la cantina Settesoli rappresenta la più grande azienda vitivinicola siciliana, il più grande vigneto d’Europa con 28 cultivar differenti nella provincia di Agrigento: qui, tra Menfi, Montevago e Santa Margherita di Belice, il 70% delle 5.000 famiglie di queste comunità sono coinvolte in Settesoli. Vini dai grandi numeri, ma dove l’attenzione al piccolo viticoltore resta la filosofia dominante. Mi colpisce questa grande azienda che porta sul palmo di mano piccoli produttori di un’isola così importante…

Emanuela dell’ufficio stampa è un concentrato di sole ed energia come questi vini. Mi mostra le nuove etichette: il sole è una maiolica siciliana, e trasferisce un senso di identità e appartenenza territoriale che alle etichette precedenti un po’ mancava. Una maggiore aderenza alla terra per un brand che presto verrà esportato anche all’estero.

Mi gusto le novità: VERMENTINO 2015 TERRE SICILIANE IGT, un 100% Vermentino che qui in Sicilia, su terreno  argilloso, conferisce al vino una maggiore morbidezza; gelsomino e mela cotogna al naso, discreta sapidità. Il NERELLO MASCALESE TERRE SICILIANE IGT, disponibile a scaffale da maggio, mi colpisce per il suo tannino elegante. Il Nerello è un vitigno tipico siciliano, ma non della zona di Settesoli: questo è un Nerello di mare, che perde la consueta mineralità che di solito riceve dal terreno dell’Etna, ma che riprende, insieme a una buona sapidità, dalle colline sul mare. Una bella rivisitazione del Nerello… Concludo con il SELIGO, top di gamma nella versione ROSSO SICILIA DOC (50% Nero d’Avola, 50% Syrah) e BIANCO SICILIA DOC (50% Grecanico, 50% Chardonnay). Mi piacciono le note tropicali del Seligo bianco…

Quale l’emozione a conclusione di questo viaggio tra Mandrarossa e Settesoli? Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole… [Giovanni Verga]

COSTE GHIRLANDA

http://costeghirlanda.it/ Ultima tappa siciliana nel luogo selvaggio per eccellenza: Pantelleria. L’azienda Coste Ghirlanda inizia la sua avventura nel 2005, ma i primi imbottigliamenti sono di qualche anno successivo, nel 2009. Mi ha affascinato fin da subito questa realtà tutta femminile, coraggiosa e tenace come questa terra: “Pantelleria o la odi o la ami. E noi siamo rimaste qui” mi dice sorridendo Katherina, la ragazza con cui mi intrattengo non so quanto tempo.

Perché nello stand di Coste Ghirlanda le ore volano, sembra di trovarsi a chiacchierare laggiù, sull’isola dove il vento regna sovrano, domina sui boschi e su queste terre dove si coltiva ovunque. Coste pronunciate e ripide, quelle della Piana di Ghirlanda dove tutto è iniziato. Zibibbo, Grenache; passiti, grappe, olio d’oliva; in serbo un progetto di un Hotel di lusso, Sikelia (uno degli antichi nomi della Sicilia), una sorta di terra di mezzo tra le abitazioni locali in pietra (i “Dammusi”) e i grandi alberghi. Hanno le idee chiare Katherina, Regina (sua mamma, austriaca) e Giulia (zia di Katherina, cuore vivo e pulsante dell’azienda, la sua figura è rassicurante e possente insieme; ispira vento e coraggio): abruzzesi d’origine, e chiamate da Pantelleria come Ulisse con le sirene. E forse quest’isola è così: maga e strega insieme.

Inizio con JARDINU 2014. Uve Zibibbo che crescono su terreno vulcanico, qui dove la natura comanda si vuole proteggere ciò che si crea: U Jardinu sono le costruzioni tipiche costruite qui per proteggere gli agrumi dal vento e trattenere la rugiada notturna sui frutti, e come loro, anche questo vino vuole “imprigionare” l’essenza di uve straordinarie. Fresco, sapido, minerale: questo Jardinu mi fa sentire in un piccolo paradiso ventoso e al contempo custodito. Passo a SILENZIO 2014, da uve Zibibbo raccolte a mano, un vino che racconta il silenzio incontrastato dell’isola, e nello stesso tempo il rumore assordante della natura. Luoghi indefinibili, spaventosi, affascinanti; donne intraprendenti ed entusiaste; vini che raccontano. Termino con ALCOVA 2013, ovvero un Passito di Pantelleria che mi riposa e rilassa, al pari dell’alcova nei dammusi che è la zona scavata nella pietra per ospitare il letto degli sposi. Al naso è incredibile, incredibile. Attendo che Sikelia apra (presumibilmente a giugno) e nel frattempo mi godo la mia alcova, un misto di aromaticità, frutta secca e mare…

L’emozioneNon dimenticate che la terra si diletta a sentire i vostri piedi nudi e i venti desiderano intensamente giocare con i vostri capelli. [Kahlil Gibran]

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4 thoughts on “VINITALY 2016. Parte 1: SICILIA

    1. Un mondo davvero straordinario, quello del vino siciliano! Felice e onorata di aver conosciuto di persona queste aziende diverse, ma accomunate dalla stessa passione e dallo stesso rispetto e amore verso la proprio terra…

      1. Non posso che trovarmi d’accordo, e sono davvero contento che ne sia rimasta così affascinata. La Sicilia, come i suoi vini, e la sua gente, ha la capacità di emozionare.

      2. Proprio così. Quei vini hanno in sé il riscatto di una terra straordinaria…

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